Ribellione di Bacon

The Burning of Jamestown, di Howard Pyle, 1905 circa

La ribellione di Bacon (Bacon's Rebellion) fu una ribellione, avvenuta nel 1676 nella Colonia della Virginia, guidata da Nathaniel Bacon, un ricco allevatore. Essa fu la prima ribellione avvenuta nelle Tredici colonie in cui presero parte coloni scontenti; un fatto simile avvenne in Maryland qualche mese dopo, entrambi in un periodo in cui il prezzo del tabacco (principale merce da esportazione) subiva frequenti fluttuazioni al ribasso. La presa di posizione fu una protesta contro le razzie dei nativi americani alle frontiere, oltre che contro le politiche del governatore reale della Virginia, William Berkeley che era biasimato per due motivi: il tentativo di mantenere la pace con i nativi impedendo ai coloni poveri di espandersi sulle montagne sconfinando nel loro territorio, e il suo governo oligarchico che si appoggiava sui grandi proprietari terrieri (in genere anglicani) e sui favoriti del governatore e della corona. La questione di chi avesse diritto al suffragio per eleggere i consiglieri del "parlamento" coloniale (House of Burgesses) aveva una certa rilevanza, con il governatore che cercava di ridurre il suffragio a chi poteva vantare natali da gentiluomo e ampie proprietà terriere, mentre molti cercavano invece di estendere il suffragio anche ai piccoli piantatori autonomi (sovente ex servi a contratto o immigrati recenti), che ne erano esclusi, in mezzo rimanevano gli interessi dei medio/piccoli piantatori (spesso membri della milizia), che rischiavano di essere esclusi dall'elettorato attivo per ordine del governatore. Inoltre cercava di mantenere una tassazione adeguata alle necessità imperiali, più che a quelle della colonia.

La fedeltà al monarca era poco apprezzata nelle colonie, poiché la dinastia Stuart post-restaurazione era percepita come filo-cattolica e filo-assolutista, mentre la maggior parte della popolazione coloniale simpatizzava per il parlamento (e si sarebbe schierata rapidamente con gli Orange durante la di poco successiva seconda rivoluzione inglese). Questa fu una delle prime volte in cui i poveri di pelle bianca (molti dei quali erano o erano stati "servi a contratto", ovvero schiavi) e quelli di etnia nera (diversi dei quali erano ex schiavi emancipati) furono uniti nel sostenere una causa. Intorno al 1700 nasce però una nuova linea sociale divisoria, quella tra bianchi e neri, i bianchi cominciarono ad uniformarsi grazie alla cultura occidentale condivisa (gioco d'azzardo, corse dei cavalli) mentre i neri vennero percepiti come una minaccia (per via dell'elevato numero di schiavi) fu quindi la schiavitù ad unire la comunità bianca, privilegiata e non, nel disprezzo e nella paura dei neri. Mentre i coltivatori non riuscirono nel loro intento di espellere i nativi americani dalla Virginia, la ribellione obbligò Berkeley a recarsi in Inghilterra per rispondere dei disordini. Inoltre convinse il ceto più ricco dei piantatori ad accordarsi con gli agricoltori poveri, con tattiche paternalistiche.


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